In questa nostra epoca, l’operaio non “sente” e non comprende più il legno, il cuoio, il metallo… la sua opera è inanimata, incapace di emanare o irradiare alcuna vibrazione di vita, non avendola mai ricevuta a sua volta.
Dobbiamo allora ricorrere ad analisi, a studi statistici sulle qualità del materiale affidato all’automatismo della macchina, poiché abbiamo teso un velo fra l’uomo e le cose. Le cose quindi permangono, ma l’essere vivente perde la propria vita soffocando la propria coscienza.
Osserviamo le fasi della storia: le epoche più feconde, le più geniali e le più “vive” hanno sempre visto un artigianato fiorente. Non sarà mai possibile rinnovare la coscienza dei popoli, se non attraverso l’artigianato, piuttosto che con le dottrine. La civiltà meccanizzata costituisce l’agonia di un mondo.
Operare con amore R. A. Schwaller de Lubicz