C’è qualcosa di nuovo nell’aria. È il respiro della Coscienza universale che ci sta attraversando e che sta trasformando l’umanità, le civiltà, le società, i singoli individui.Percepiamo noi stessi non più soltanto come esseri individuali separati dal resto, ma anche, allo stesso tempo, come cellule di un organismo più grande, come parte indissolubile di un Tutto. La strada della coscienza dell’Unità è tracciata e l’aspirazione a ritrovare un comune senso di appartenenza, di reale fratellanza e di reciproco sostegno è realtà operante.
L’immagine della rete come tessuto connettivo dell’organismo sociale, dilatata in una prospettiva universale, è diventata il nuovo archetipo della coscienza collettiva: dietro l’apparenza della separazione, tutto è collegato da infiniti, invisibili fili. Tutto accade in questo luogo.
In questa visione, il mondo dell’artigianato, nodo essenziale di questa rete, in cammino verso una nuova identità, tesse nuovi paradigmi esistenziali: la custodia gelosa dei segreti di bottega si trasforma in necessità di condivisione, collaborazione, confronto. Riconciliato con l’arte, ne ricostituisce quel collegamento che la cultura materialistica aveva spezzato per una distorsione del pensiero miope e astratto.
Come i fiumi e i torrenti raggiungono infine l’oceano, così gli artigiani umanisti, ognuno secondo il proprio percorso, confluiscono verso la stessa direzione, verso un unico orizzonte di senso, quello di creare bellezza in ogni aspetto della vita quotidiana, con dedizione, sacrificio, amore.
Per questo oggi possiamo osservare che i saperi superano il recinto delle specializzazioni e riprendono ad intersecarsi, fecondarsi e trasmettersi nelle sempre più numerose, cercate, occasioni di incontro reale.
I laboratori, gli atelier, le officine, gli opifici aprono finestre su territori da esplorare oltre i confini conosciuti.
La poesia del fare nasce da un’ispirazione che viene da lontano.
Progettare, sviluppare idee etiche e sostenibili, realizzare concretamente ciò che esiste in potenza, attraverso l’esercizio dell’immaginazione e di una manualità sensata, mai afflitta come oggi, armonizza intelletto, sentimento e volontà e accorda l’essere umano alle leggi cosmiche. Ogni gesto può diventare euritmia, danza allineata a quelle leggi.
Il seme delle nuove modalità di relazione con se stessi e con il mondo, dopo il necessario periodo di buio, è germogliato: le foglie sono le nuove comunità, la pianta è un nuovo Umanesimo che pone al centro dei valori il bene comune, che alimenta tutti i suoi rami. La contrapposizione fra il quotidiano e l’eterno, le ragioni del cuore e quelle della mente, il particolare e l’universale, l’interesse personale e il dono di sé sono il passato che si allontana dalle nostre menti. Possiamo cominciare a raccogliere i primi frutti, nutrircene e acquisire la forza per seminare ancora. La natura, se osservata, ci insegna tutto.
L’evoluzione dell’artigianato prefigura e preannuncia il cammino della nuova umanità libera e creatrice, consapevole che abbiamo bisogno di cibo non solo materiale, ma anche spirituale.
Perché non si vive di solo pane.