Ora posso appartenere a me stesso
E luminoso spandere luce interiore
Nell’oscurità dello spazio e del tempo.
L’essere della Natura volge al sonno
Le profondità dell’anima devono vegliare
E deste portare gli ardori del Sole
Nei freddi flutti dell’inverno.
Rudolf Steiner, Calendario dell’Anima
Partiamo, come sempre, dalla Natura, maestra di vita. Siamo all’inizio dell’autunno: il Sole è entrato nella costellazione della Bilancia, segno di equilibrio. Nell’equinozio le forze opposte del giorno e della notte entrano in relazione armonica. Da adesso, la luce esteriore progressivamente declina. In questo periodo, la nostra anima è pervasa da un senso di dolce malinconia. Un senso di fine, di morte. Ma è solo apparenza. Sappiamo infatti che allo spegnersi della luce esteriore corrisponde l’accendersi della luce interiore. Rudolf Steiner ci esorta a osservare tutto ciò in noi, ma anche a non abbandonarci a questo senso di malinconia, per trasformarlo coscientemente.
La Natura, infatti, muore solo esteriormente. Il sottosuolo invece si sveglia. La Terra è un essere vivente che, in quanto tale, respira: per sei mesi, dall’autunno alla primavera, inspira, mentre per gli altri sei mesi, dalla primavera all’autunno espira, manifestando la vegetazione rigogliosa e un turbinio di fiori, colori, profumi e forme. Qualcosa di simile accade in noi. In primavera e in estate siamo portati a espanderci, viaggiare, divertirci, in autunno cominciamo invece a sentire il bisogno di entrare in noi stessi, di starcene a casa, di leggere un libro ecc. E’ il momento dell’introspezione, il tempo magari di chiudere con il passato o con certe situazioni; di fare nuovi progetti, di coltivarli nel nostro intimo, nel nostro “sottosuolo”, come fa la terra che prepara i semi per poi “esploderli” la prossima primavera. Anche nella natura è il momento del raccolto e quindi del ringraziamento per quanto ricevuto dagli esseri e dagli spiriti elementari, dal Sole e da tutta la Vita che ci aiuta e ci sostiene.
Possiamo fare un piccolo rituale: dedichiamo un po’ di tempo all’introspezione, ricapitolando la parte di anno già trascorsa. Facciamo un bilancio, annotiamo su un foglio di carta sia ciò che abbiamo vissuto sia i nostri desideri e i nostri progetti futuri. Poi ringraziamo le forze che ci hanno aiutato ma anche quelle che ci hanno ostacolato, e infine consegniamo al fuoco questi appunti. Dal Cielo, attraverso le volute del fumo che si innalza, scenderanno la forza necessaria per realizzare i nostri progetti e il perdono per ciò che abbiamo fatto e per ciò che abbiamo omesso per e con insufficiente amore.
Scenderà in noi la forza della spada di MICHELE che ci proteggerà tutto l’anno. E’ la forza del ferro cosmico della sua spada che si è mostrata ai nostri sensi vigili, in immagini di meteore luminose, nel periodo delle notti estive di Ferragosto (riconosciamo il Genio della lingua!). Il ferro, metallo della forza, legandosi alchemicamente al nucleo di ferro del nostro sangue, dona forza e coraggio al nostro Io. Anticamente la festa di Michele era una delle quattro feste cosmiche che si celebravano quando l’umanità non si era ancora allontanata dal Cielo così tanto come in questa epoca contemporanea del materialismo e dell’edonismo. Allora, a fine settembre, si celebrava la Pasqua come vera festa della rinascita dalla morte. I tempi sono maturi per ripristinarla nella nostra interiorità.
Così come adesso è maturo il tempo in cui il mallo si stacca dal frutto della noce.
INVITO APERTO A TUTTI
domenica 28 settembre, ore 19.00, alla fine del primo week end dell’esperienza di scultura Incontrare se stessi, compieremo qui a la Casa per le Arti un piccolo rituale.
Accenderemo un falò per consegnare al fuoco i nostri pensieri scritti.