Nell’autunno di tre anni fa, per tre mesi, dedicammo i fine settimana alla scultura. Qui, alla Casa per le Arti, mettemmo a disposizione lo spazio del fienile, le pietre e tutti gli strumenti , l’esperienza di Walter e la preziosa collaborazione di Nando. Si avvicendarono in molti, sia amici che nuove conoscenze per sperimentarsi nella scultura su pietra e per condividere le ultime giornate di vita all’aria aperta. E per rendere omaggio a uno dei più grandi scultori del Novecento. In quell’occasione pubblicammo un articolo sul blog ( https://www.lacasaperlearti.com/costantin-brancusi-sei/) dal titolo Brancusi… chi sei? Era una domanda dalla risposta aperta, una domanda che poneva altre domande e suscitava riflessioni su un’individualità che percepivamo misteriosa, profonda e affascinante.
Oggi, a distanza di tre anni, ci è arrivato questo suo scritto che riportiamo per condividerlo con voi. Si tratta di alcuni suoi pensieri, ulteriori tasselli per un’altra piccola, parziale risposta alla domanda iniziale e comprendere meglio il mondo di quest’anima venuta sulla terra per insegnarci a vivere artisticamente:
(la traduzione dal rumeno non è perfetta)
” ho l’impressione che la vita delle persone si svolga su una base sbagliata. C’ è un grave malinteso nel punto di partenza. Le persone non riconoscono la meraviglia che rappresenta la vita stessa, questa terra terrena che si intesse nel caos e li porta in giro per secoli.
Ciò che manca alle persone del nostro tempo è la dimensione cosmica, questa sensazione di avventura dello Spirito, oltre la realtà apparente.
Le persone attuali non hanno antenne per entrare nella realtà vera, nell’unica realtà che conta. Si abbandonano alle illusioni e si fermano. Non vanno avanti. Perché impedisce a questo stupido bisogno di sicurezza che taglia le ali dell’avventura e che inviarvi lo spirito nella prigione di conformismo.
Sempre, quello che mi ha sostenuto è stato la gioia. Nelle circostanze più difficili della vita, sapevo di trovarla sulla mia strada. Stavo andando a cantare. Sapevo che quello che doveva accadere sarebbe successo. E niente mi fermava. Su questa sensazione di miracolo che rappresenta la vita, la gioia, è costruita tutta la mia opera.”