A volte, la sera, alla fine di una intensa giornata di lavoro, ci ritroviamo nella calma del dopocena a riflettere sul divenire del nostro mondo. Una sorta di fermo immagine, una pausa, per osservare, come testimoni e spettatori, ciò che stiamo vivendo e costruendo nella vita pratica, i passi compiuti lungo il nostro cammino. Così, quando nuovi pensieri ci arrivano dal mondo invisibile dell’immaginazione e dal lavoro quotidiano, qualcosa ci attraversa e ci unisce, illuminando e rafforzando il senso della direzione. Mano nella mano.
Sentiamo che, passo dopo passo, qualcosa prende forma dentro e fuori di noi, come se l’esistenza fosse in realtà un disegno segreto che si va disvelando. Abbiamo la sensazione che lavorando nel realizzare i nostri progetti, riusciamo a intravedere qualcosa di quel disegno.
Tutto funziona secondo precise leggi che possiamo osservare ovunque: intorno a noi, nella natura e nella vita sociale, sopra di noi, nell’ordine cosmico, nel cielo, e dentro di noi.
Cercare come queste leggi cosmiche si manifestano nella vita di relazione con noi stessi e con il mondo, ci aiuta a fare passi nella comprensione del mistero dell’esistenza sia per la nostra vita interiore che per una sana e feconda convivenza sociale.
La prima immagine portata da Walter è quella della corrispondenza fra comunità e Sistema solare: come il Sole è il cuore del sistema di pianeti che gli orbitano intorno, così l’ideale che esprime il bene comune è l’elemento vitale intorno al quale si organizza il corpo sociale. Analogamente il cuore è il centro vitale dell’organismo umano.
Nei trattati sapienziali dell’antichità si rappresentavano artisticamente le corrispondenze fra stelle, pianeti, organi e funzioni. E su queste corrispondenze si basava l’arte medica: se un solo organo entrava in disfunzione, l’organismo intero si ammalava. E’ ancora così, naturalmente. Allo stesso modo, nella vita dell’organismo sociale, se un membro soffre, l’intera comunità ne risente. Ognuno, se vuole vivere in modo sano, deve pertanto coordinare la propria esistenza a quella degli altri. Per rispecchiare il modello cosmico e allinearsi alle leggi universali si deve, in un certo senso, dimenticare se stessi e mettersi al servizio dell’ideale.
“Conosci te stesso” significa coltivare la propria interiorità e scoprire il proprio talento, impegnarsi in una decisione con la massima serietà, con devozione, entrare in relazione con la comunità, donarsi, questo è il lavoro da fare. Come fa ogni singola cellula, connessa con tutte le altre per donare salute integrale all’organismo intero, così come fanno i pianeti ruotando intorno al Sole in perfetta armonia.
E se la cellula epatica non è più importante di una cellula epiteliale, è essenziale riconoscere che nessun singolo contributo ha più valore di un altro. Solo in questo modo si vive nella verità, e si può riconoscere che l’errore del singolo, se vissuto come insegnamento per tutti, cessa di esistere come tale e diventa una prova collettiva del lavoro per costruire un ponte fra Cielo e Terra.